Consulenza Aziende Agricolenews

Consulenza aziende agricole

https://european-union.europa.eu/index_it

FocusArea/priorità 5C

Codice Ambito B: Adozione delle pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente di cui al titolo III capo 3 del regolamento (UE) n. 1307/2013 e mantenimento della superficie agricola di cui all’art. 4, paragrafo 1, lettera c), dello stesso regolamento

Codice Percorso 23: Consulenza sulle tecniche di riduzione degli input in agricoltura, fonti di energia rinnovabile, sull’utilizzo delle FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) e sulle misure volte all’efficienza energetica in agricoltura, attraverso l’uso delle nuove tecnologie.

La proposta di consulenza, si prefigge l’obietto di supportare l’imprenditore agricolo nella complessa fase di transizione ad un utilizzo attento e parsimonioso dell’energia disponibile, fornendo le informazioni utili ed attinenti agli argomenti, con la finalità di fornire strumenti e tecnologie che potranno essere impiegati anche successivamente al completamento del ciclo di consulenza. Il consulente favorirà l’utilizzo della tecnologia digitale, strutturando l’attività del supporto consulenziale su strumenti innovativi che possano favorire la crescita duratura dell’imprenditore agricolo.

Per le aziende agricole aderenti la consulenza è totalmente gratuita in quanto il progetto è finanziato con fondi della Mis. 2.1.1 del PSR (Piano Sviluppo Rurale) Regione Lazio

Analisi del fabbisogno da cui è scaturito il progetto di consulenza:

Il consumo energetico dell’agricoltura e del settore forestale per unità di superficie (kg di olio equivalente/ha di superficie agricola e forestale) della Regione Lazio risulta superiore al dato medio nazionale ed europeo (186,4 kglha del Lazio contro 133 kglha della media nazionale e 124 kglha a livello europeo) e superiore alla gran parte delle regioni del Centro Italia (Rif. Rural Development Programme –Lazio).

Dalla rilevazione ISTAT (2012) si evidenzia che nel Lazio erano attive 739 aziende con l’installazione di uno o più impianti per la produzione di energia rinnovabile. Per la maggior parte si tratta di impianti fotovoltaici con pochi impianti da biomasse e da biogas. Questo conferma la bassa propensione delle aziende agricole regionali a installare impianti per la produzione di FER.

Rispetto alle emissioni regionali di gas serra il metano e il protossido di azoto, i gas serra più legati all’agricoltura, sono pari al 12% e 6% del totale rispettivamente. Nel 2010 le emissioni di ammoniaca del settore agricolo in Italia sono risultate pari a 358,3 Kt. La Regione Lazio ha contribuito per il 4% alle emissioni nazionali.

I dati della serie storica relativi alle emissioni dei gas serra totali, sul piano nazionale,dal 1990 al 2015 evidenziano una diminuzione del 5,9%. Il settore agricolo è responsabile mediamente del 7% delle emissioni totali. Nel Lazio le emissioni del gas serra in agricoltura rappresentano il 3,9% del totale regionale. Complessivamente il settore agricolo si caratterizza soprattutto per la concentrazione delle emissioni di gas serra espressi in CO2 equivalente che sono presenti a livello nazionale per 2,4 tonnellate per ettaro di SAU, poco più del dato regionale (2,2). La produzione di energia rinnovabile (FER) regionale nel 2018 si attesta a circa 3764 GWh . la produzione di energia da fonti sostenibili si ottiene sfruttando impianti fotovoltaici (43%), per la restante avviene attraverso impianti idroelettrici (35%), eolici (3%) e bioenergie (19%). In riferimento all’anno 2018 la produzione lorda di rinnovabile nella provincia di Frosinone evidenzia 454 GWh per il settore idrico, 409 GWh per le bioenergie, 187 GWh in riferimento al fotovoltaico e 15,5 GWh per l’eolico. Nell’anno 2018, osservando il totale dei consumi regionali, pari ad oltre 23748 GWh si nota come essi presentano una distribuzione a livello provinciale differente. La provincia di Roma è la maggiore utilizzatrice di energia, con oltre il 67% dei consumi. L’analisi per settore mostra come il settore terziario si attesta al primo posto nella classifica dei consumi assorbendo il 45,5% dell’energia utilizzata in regione. Il settore agricolo assorbe appena l’1,3% del totale regionale e si colloca all’ultimo posto dopo i consumi domestici (30%) e quelli industriali (23%). (studio CREA 2020)

Dal punto di vista dei cambiamenti climatici, (ormai ritenuti dalla scienza strettamente correlati alla presenza dei gas serra in atmosfera), la tropicalizzazione degli eventi piovosi e la minore piovosità potranno peggiorare da un lato i rischi erosivi e di frana e, dall’altro quelli legati alla salinizzazione, soprattutto delle zone costiere.

Fonti Energia Rinnovabile (FER):

Impianto fotovoltaico – La tecnologia fotovoltaica (FV) permette di trasformare direttamente l’energia solare in elettricità, grazie all’impiego di materiali semiconduttori come il silicio e altri materiali in fase, anche avanzata, di sperimentazione. Questi sistemi producono elettricità gratuita per oltre 30 anni e con bassissima necessità di manutenzione;

Biomasse – Le moderne caldaie a biomasse sono in grado di sostituire le classiche caldaie a gas, grazie all’aumento di rendimento degli impianti. Le principali tipologie di caldaie per piccole e medie utenze, attualmente disponibili sul mercato, sono progettate per bruciare tre categorie di biocombustibili: legna da ardere a ciocchi (ricavata dal taglio dei boschi); cippato (legno sminuzzato da scarti di potature e manutenzione dei boschi); pellet.

Geotermia a bassa entalpia – Nelle applicazioni geotermiche a bassa entalpia, il sottosuolo viene utilizzato come serbatoio in cui trasferire il calore in eccesso durante il periodo estivo e trarre quello necessario durante l’inverno. Già dalla profondità di qualche decina di metri la temperatura del suolo diventa sostanzialmente stabile, risentendo solo in minima parte delle fluttuazioni della temperatura dell’aria in superficie. Quindi, poiché in inverno il terreno è più caldo dell’aria esterna e in estate è più freddo, lo scambio termico, effettuato con una pompa di calore, è energeticamente conveniente.

Tra gli impianti tecnologicamente innovativi per la produzione di energia elettrica è possibile individuare il biocombustore mediante l’utilizzo di un motore a combustione interna alimentato con il biogas prodotto dalla fermentazione della sostanza organica di origine zootecnica all’interno di un impianto di digestione anaerobica.L’impianto di digestione, operante in condizioni anaerobiche (assenza di ossigeno), produce, in seguito all’alimentazione del materiale organico, un combustibile gassoso costituito principalmente da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2) denominato biogas. Vantaggi dell’impianto:

Il biogas così ottenuto viene combusto nel cogeneratore generando di conseguenza energia elettrica e termica. Produzione di energia dalla combustione del biogas prodotto;

Trattamento del substrato in reattori chiusi con abbattimento di cattivi odori;

Riduzione delle emissioni di gas serra recuperando il metano altrimenti disperso in atmosfera;

Elevata stabilità del digestato in uscita con proprietà ammendanti per i suoli.

Ai vantaggi sopraelencati si aggiungono quelli conseguenti allo sfruttamento di una Fonte Energetica Rinnovabile

Avviso selezione Aziende Provincia di Latina

Avviso selezione Aziende Provincia di Frosinone

Bando Pubblico